Il mate argentino è molto più di una bevanda: è un vero e proprio rituale sociale e culturale che attraversa tutte le classi sociali e le generazioni del paese. Gli argentini non solo bevono mate, ma lo condividono, lo usano per socializzare e lo considerano un simbolo d’identità nazionale.
Il mate è preparato con le foglie di yerba mate, una pianta originaria dell’America del Sud, e si beve con una particolare cannuccia, la bombilla, immersa in una tazza, il mate, che può essere di legno, ceramica o zucca.
In questo post esploreremo le caratteristiche del mate, le sue zone di produzione, come viene preparato, e perché gli argentini ne vanno pazzi. Scopriremo anche quante tazze di mate beve mediamente un argentino al giorno!
Le caratteristiche del mate argentino
Cos’è la yerba mate?
La yerba mate è una pianta originaria delle zone subtropicali del Sud America, in particolare di Argentina, Paraguay e Brasile. Le sue foglie, ricche di antiossidanti, vitamine e minerali, vengono essiccate e poi macinate per produrre la yerba che si utilizza per preparare il mate. La bevanda ha un gusto amaro e forte, che può essere ammorbidito con l’aggiunta di zucchero o miele, sebbene molti argentini preferiscano il mate amaro, considerato il modo più autentico di gustarlo.
Benefici della yerba mate
La yerba mate ha diversi benefici per la salute, tra cui un elevato contenuto di caffeina che agisce come stimolante naturale, unito a proprietà antiossidanti e digestive. Grazie alla sua combinazione unica di nutrienti, il mate è considerato un potente tonico per l’energia e la concentrazione.
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Le zone di produzione del mate in Argentina
La maggior parte della yerba mate argentina viene coltivata nel nord-est del paese, nelle province di Misiones e Corrientes, dove le condizioni climatiche e del suolo sono ideali per la crescita della pianta. Queste regioni sono caratterizzate da un clima subtropicale umido, perfetto per la crescita rigogliosa della yerba mate.
•Misiones: è la principale zona di produzione della yerba mate. Questa provincia confina con Brasile e Paraguay e vanta grandi piantagioni dove le piante di yerba crescono sotto la copertura delle foreste native.
•Corrientes: pur essendo meno famosa di Misiones, anche questa provincia produce yerba mate di alta qualità. Il clima più secco e soleggiato della regione conferisce alla yerba un sapore leggermente diverso.
La yerba mate viene raccolta una volta l’anno e sottoposta a un processo di essiccazione e invecchiamento, che può durare dai 9 ai 24 mesi, per sviluppare il sapore caratteristico.
Come si prepara il mate argentino
La preparazione del mate
La preparazione del mate richiede cura e attenzione. Ecco come si fa:
1. Riempire il mate (la tazza): riempi circa tre quarti della tazza con yerba mate.
2. Agitare: copri l’apertura della tazza e agita delicatamente per far sì che le particelle più piccole si depositino sul fondo.
3. Aggiungere acqua tiepida: inclina il mate in modo che la yerba si disponga su un lato. Aggiungi un po’ d’acqua tiepida sulla parte vuota della tazza, per evitare che la yerba si bruci quando si aggiunge acqua calda.
4. Inserire la bombilla: una volta che l’acqua è stata assorbita, inserisci la bombilla (la cannuccia metallica) nella parte bagnata della yerba.
5. Aggiungere acqua calda: ora puoi iniziare a versare acqua calda (ma non bollente, circa 70-80°C) sulla yerba e iniziare a bere.
Il rito della condivisione
Una delle peculiarità del mate argentino è che viene spesso condiviso tra amici, familiari o colleghi. Una persona, chiamata cebador, prepara il mate e lo passa agli altri, che bevono dallo stesso recipiente e con la stessa bombilla. Questo atto di condivisione rafforza i legami sociali e simboleggia fiducia e comunità.
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Perché gli argentini vanno pazzi per il mate
Il mate è molto più di una bevanda: è parte della vita quotidiana di quasi tutti gli argentini. Si beve al mattino, durante le pause lavorative, nei momenti di relax o in compagnia. Ci sono varie ragioni per cui il mate è così amato:
• Connessione culturale: bere mate è una tradizione che si tramanda da generazioni. Il rituale di preparazione e condivisione è un modo per connettersi con le radici culturali e sociali del paese.
• Energia naturale: grazie al contenuto di caffeina, il mate offre un’energia costante, senza gli sbalzi tipici di altre bevande stimolanti come il caffè.
• Socialità: il mate è spesso bevuto in gruppo, diventando un pretesto per riunirsi, chiacchierare e passare del tempo insieme.
Gli argentini apprezzano anche la flessibilità del mate: può essere bevuto da solo, con zucchero, miele o persino con scorza di agrumi per un tocco di freschezza.
Quanto mate beve un argentino al giorno?
La quantità di mate bevuto quotidianamente può variare, ma è comune per un argentino bere tra 3 e 5 litri di mate al giorno. Per molte persone, il mate è un vero e proprio accompagnamento costante alle attività quotidiane: si sorseggia mentre si lavora, si studia o si rilassa.
Curiosità sul mate argentino
• Il “mate cocido”: oltre al classico mate, in Argentina si consuma anche il mate cocido, una versione in cui la yerba viene preparata come un normale tè, facendo bollire le foglie in acqua.
• Campione di consumo: l’Argentina è il più grande consumatore di yerba mate al mondo, con un consumo pro capite di oltre 6,8 kg di yerba all’anno.
• Il mate e il calcio: molti calciatori argentini, anche all’estero, portano con sé il loro mate. Per loro è un simbolo di appartenenza e un modo per mantenere un legame con la cultura argentina.
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Mi chiamo Roberto Furlani e lavoro con passione nel Turismo da 30 anni, di cui 15 passati a dirigere l’Ufficio Turismo del WWF Italia (Fondo Mondiale per la Natura) 
e 12 come Tesoriere di AITR (Associazione Italiana Turismo Responsabile).
Grazie anche a questa ricca esperienza sono oggi Responsabile Prodotto e Tour operator per Evolution Travel (il Network che conta più di 600 consulenti di viaggio on line), per cui ho creato più di 120 programmi di viaggio, con cui potrai scoprire il Centro-Sud America!
Troverai tutta la mia storia nel “chi sono”; aggiungo solo che per 22 anni sono stato giornalista pubblicista, tra l’altro, del Corriere della Sera, per cui ho scritto più di 700 articoli per le sue pagine scientifiche.
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