Cile Lingua: Storia, Dialetti e Curiosità

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Il Cile è un paese di straordinaria diversità culturale e linguistica. Sebbene lo spagnolo sia la lingua ufficiale, diverse influenze regionali e indigene arricchiscono il panorama linguistico del paese. In questo post esploreremo la storia della lingua cilena, le sue varianti dialettali e alcune curiosità uniche che la rendono affascinante.

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La Lingua Ufficiale in Cile: Lo Spagnolo

L’Arrivo dello Spagnolo in Cile

Il Cile adottò lo spagnolo come lingua ufficiale a partire dalla colonizzazione spagnola nel XVI secolo. La versione di spagnolo parlata in Cile si è evoluta in maniera unica, differenziandosi dallo spagnolo castigliano parlato in Spagna. Questo è dovuto principalmente alla distanza geografica e all’isolamento dalle altre colonie spagnole, nonché alla forte influenza delle lingue indigene.

L’Evoluzione del Dialetto Cileno

Il cileno è considerato una variante dello spagnolo latinoamericano. Uno degli elementi più distintivi è la pronuncia delle consonanti “s” finali, che spesso vengono omesse o pronunciate in modo molto dolce, conferendo al cileno un suono più morbido rispetto ad altre varianti di spagnolo. Un altro tratto caratteristico è l’uso frequente di espressioni colloquiali e idiomatiche, che riflettono l’identità culturale del paese.

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Donna Mapuche

Le Lingue Indigene in Cile

Mapudungun

Il Mapudungun è la lingua dei Mapuche, una delle popolazioni indigene più numerose in Cile. Anche se il Mapudungun non è una lingua ufficiale, è parlata in alcune regioni rurali e ci sono iniziative governative per preservarla. Nel tentativo di promuovere la cultura mapuche, la lingua viene insegnata in alcune scuole nelle regioni del sud del paese.

Quechua e Aymara

Nel nord del Cile, nelle regioni vicine al confine con la Bolivia e il Perù, si parlano ancora alcune lingue indigene come il Quechua e l’Aymara. Queste lingue sono prevalentemente utilizzate da piccole comunità rurali, ma mantengono un’importanza culturale significativa.

Rapa Nui

Il Rapa Nui è la lingua nativa dell’isola di Pasqua, appartenente alla famiglia delle lingue polinesiane. Anche se è parlata solo da una parte della popolazione, è considerata un’importante parte della cultura e dell’identità dell’Isola di Pasqua. Negli ultimi anni, ci sono stati sforzi per preservare e insegnare la lingua Rapa Nui, soprattutto tra le nuove generazioni.

Il governo cileno ha riconosciuto l’importanza di preservare le lingue indigene e ha avviato diverse iniziative per proteggerle. Tuttavia, molte di queste lingue sono a rischio di scomparire.
Il Mapudungun, in particolare, soffre della mancanza di trasmissione alle nuove generazioni, anche se gli sforzi di promozione nelle scuole stanno iniziando a portare risultati.

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Il vocabolario cileno è arricchito da parole di origine indigena, in particolare dal Mapudungun e dal Quechua.
Parole come “guagua” (bambino) e “pichintún” (un po’) sono di uso comune. Inoltre, l’immigrazione europea ha lasciato tracce nel linguaggio, con termini derivati dal tedesco, italiano e inglese.

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Caratteristiche Distintive dello Spagnolo Cileno

Voseo

Il voseo è una particolarità grammaticale che consiste nell’uso del pronome “vos” al posto di “tú” per la seconda persona singolare. Sebbene diffuso in gran parte del Sud America, in Cile il voseo è meno comune rispetto all’Argentina, ma si trova comunque in alcune aree rurali o tra generazioni più anziane.

Differenze di Pronuncia

Il cileno presenta alcune caratteristiche fonetiche che lo distinguono dalle altre varianti dello spagnolo:
• L’aspirazione o eliminazione della “s” finale di una parola.
• La pronuncia della “ch” come una “sh” più dolce in alcune regioni.

Lo spagnolo cileno presenta differenze rispetto allo spagnolo della Spagna sia nella pronuncia, che nella grammatica e nel vocabolario.
Ecco alcuni esempi concreti:

Pronuncia delle lettere “ll” e “y”:
In Cile, molte persone pronunciano le lettere “ll” e “y” con un suono simile a “sh” (un fenomeno chiamato yeísmo).
Ad esempio Parola: “lluvia” (pioggia)
•In Cile: “shuvia”
•In Spagna: “yuvia”

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Seseo
Come in gran parte dell’America Latina, in Cile si usa il seseo, ovvero la pronuncia della “c” e della “z” come “s”:
Parola: “zapato” (scarpa)
•In Cile: “sapato”
•In Spagna (soprattutto nel nord): “thapato”

Uso di “ustedes” al posto di “vosotros”:
In Cile, non si usa quasi mai “vosotros” per la seconda persona plurale informale, che invece è comune in Spagna.
Al suo posto, viene utilizzato sempre “ustedes” per ogni contesto, formale o informale.
Questo comporta una differenza nella coniugazione dei verbi.

Esempio:
• In Spagna: “Vosotros habláis español.” (informale
• In Cile: “Ustedes hablan español.” (sia formale che informale)

Voseo in alcune zone rurali:
Il voseo sia meno diffuso rispetto all’Argentina, in alcune regioni rurali del Cile si usa “vos” al posto di “tú” per la seconda persona singolare.
Esempio:
• In Spagna: “Tú eres mi amigo.”
• In Cile (nelle zone rurali): “Vos sos mi amigo.”

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Curiosità sulla Lingua Cilena

Modismi Cileni

I modismi cileni sono espressioni idiomatiche o parole locali che non si trovano in altre varianti dello spagnolo. Alcuni esempi comuni includono:

• “Cachai”: usato per chiedere “Capisci?”.

•“Po”: una particella aggiuntiva che rafforza le affermazioni o le domande. Deriva dal latino “pues”, ma in Cile viene utilizzato frequentemente in conversazioni informali.

L’Italianizzazione dello Spagnolo Cileno

L’influenza italiana in Cile si è manifestata soprattutto grazie all’immigrazione italiana nel XIX e XX secolo. Molti cileni di origine italiana hanno mantenuto alcune parole o espressioni italiane che sono entrate nel linguaggio quotidiano. Un esempio emblematico è l’uso di termini che derivano direttamente dall’italiano o che ne imitano la struttura:

“Laburar”
Derivato dall’italiano “lavorare”, questo verbo è molto utilizzato nello spagnolo cileno per indicare il concetto di lavoro. Esempio:
•Spagnolo cileno: “Estoy laburando todo el día.”
•Spagnolo standard: “Estoy trabajando todo el día.”

“Mincha”
In alcune famiglie cilene di origine italiana, il termine “mincha” viene usato come sinonimo di “pranzo”, derivando dall’italiano “mangiare”. Non è diffusissimo, ma è un esempio della persistenza di certe espressioni.

Pronuncia influenzata dall’italiano
Alcuni cileni, specialmente nelle generazioni più anziane, pronunciano lo spagnolo con una cadenza che ricorda l’italiano, enfatizzando la musicalità delle frasi, un fenomeno simile a quello osservato in Argentina, anche se meno marcato.

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Mi chiamo Roberto Furlani e lavoro con passione nel Turismo da 30 anni, di cui 15 passati a dirigere l’Ufficio Turismo del WWF Italia (Fondo Mondiale per la Natura) e 12 come Tesoriere di AITR (Associazione Italiana Turismo Responsabile).

Grazie anche a questa ricca esperienza sono oggi Responsabile Prodotto e Tour operator per Evolution Travel (il Network che conta più di 600 consulenti di viaggio on line), per cui ho creato più di 120 programmi di viaggio, con cui potrai scoprire il Centro-Sud America!

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E’ stato così per me estremamente naturale dare vita al Travel Blog in cui ti trovi e creare più di 580 post e video che, spero, ti aiuteranno a conoscere e amare intensamente come me questa Regione del nostro Pianeta.

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