La Bolivia è un Paese capace di stupirti con paesaggi fuori dall’ordinario, dai deserti d’alta quota fino alle immense saline.
Se hai in mente un Viaggio in Bolivia, magari già stai programmando la visita al celebre Salar de Uyuni.
Però, nei dintorni di Uyuni, esiste un luogo che racconta un pezzo di storia spesso ignorato: il Cimitero dei Treni.
Camminare in mezzo a questi relitti arrugginiti è un’esperienza che ti fa scoprire un volto diverso dell’altopiano boliviano, legato al passato industriale del Paese e alle ambizioni di un’epoca.
Sali a bordo di questa pagina e preparati a tornare indietro di oltre un secolo, quando Uyuni era un crocevia ferroviario di grande importanza.
Ti accompagnerò in questo post alla scoperta del Cimitero dei treni di Uyuni.
Sono Roberto Furlani, esperto di Centro-Sud America e della Bolivia (per cui, come tour operator, ho creato negli anni 24 programmi di viaggio); ho oltre 32 anni di attività professionale nel Turismo.
Questo, in cui ti trovi, è il mio Blog ” Viaggio-CentroSudAmerica“, in cui racconto in più di 950 post le straordinarie bellezze della Bolivia e dell’America latina; alla fine di questo post potrai conoscere meglio chi sono 😊
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Uyuni Train Cemetery: La storia
L’esistenza stessa del Cimitero dei Treni di Uyuni è legata a una serie di eventi e personaggi che rendono la sua storia ancora più avvincente di quanto si possa immaginare. Probabilmente sai già che la cittadina di Uyuni nasce come snodo ferroviario strategico, progettato per convogliare le risorse minerarie verso i porti del Pacifico.
Quello che forse non si racconta spesso è come l’intera impresa sia stata segnata da episodi che oggi ci appaiono quasi romanzeschi.
A cavallo tra Ottocento e Novecento, la costruzione delle ferrovie fu affidata in gran parte a ingegneri britannici, con un afflusso di capitali e di tecnologie provenienti dall’Europa.
Molti dei lavoratori locali non vedevano di buon occhio quest’invasione di modernità, tanto che nei primi anni non mancarono piccoli sabotaggi sui binari, con l’obiettivo di rallentare i lavori e difendere i propri territori dalle ingerenze straniere.
Racconti orali, tramandati di generazione in generazione, parlano di vagoni svuotati di notte e di materiali che scomparivano misteriosamente, come se la popolazione avesse voluto “restituire” alla terra ciò che era stato estratto dalle sue viscere.
Un altro aneddoto riguarda le spedizioni di argento e di altre ricchezze minerarie dirette in Cile.
Per proteggere i carichi, venivano ingaggiati guardiani armati, perché le linee ferroviarie andavano incontro a banditi e predoni che vedevano nei treni una ghiotta opportunità.
Alcune voci, mai del tutto confermate, raccontano che persino i leggendari Butch Cassidy e Sundance Kid abbiano compiuto incursioni o rapine nelle vicinanze, approfittando dei convogli carichi di minerali preziosi.
Sebbene la prova storica di questi fatti sia sfumata nel mito, la suggestione che queste locomotive possano essere state teatro di attacchi banditeschi contribuisce a rendere il luogo ancor più affascinante.
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Quando poi l’industria mineraria entrò in crisi negli anni ’40, le ferrovie iniziarono a perdere importanza. Le locomotive e i vagoni – in gran parte di fabbricazione britannica – diventarono un costo eccessivo e non servivano più al ridotto export.
Così furono dismessi e lasciati ad arrugginire alla periferia della città. Col passare degli anni, i venti carichi di sale che spirano dal Salar de Uyuni hanno fatto il resto, corrodendo il metallo e accentuando quell’aspetto decadente che oggi attira turisti, fotografi e appassionati di archeologia industriale.
C’è anche un piccolo retroscena legato all’attività delle officine ferroviarie: pare che, negli anni di massimo splendore, Uyuni ospitasse operai specializzati in meccanica, arrivati addirittura da lontani paesi europei.
L’intento era quello di creare una manutenzione costante per le locomotive, mantenendo un livello di tecnologia avanzato per l’epoca.
Con il crollo del settore minerario, intere famiglie di meccanici rimasero senza lavoro e dovettero migrare altrove, lasciando dietro di sé le testimonianze di un passato prospero.
Cosa aspettarsi da una visita al Cimitero dei Treni di Uyuni
Quando arrivi al Cimitero dei Treni, ti accolgono file di locomotive e carri merce, alcuni riversi su un lato, altri in piedi come monoliti del passato.
Molti viaggiatori adorano arrampicarsi su questi colossi di ferro per scattare foto panoramiche, ma è bene ricordare che si tratta di strutture arrugginite e spesso instabili: farlo comporta dei rischi e va fatto con la massima prudenza. Se decidi di salire su un vagone, controlla sempre l’integrità del metallo prima di mettere piede su un appiglio.
All’interno dei convogli trovi spazi vuoti, cabine semidistrutte, porte divelte; qua e là, graffiti e scritte colorate aggiungono un tocco contemporaneo a uno scenario quasi post-apocalittico.
Il silenzio che pervade il luogo, interrotto soltanto dal vento che solleva la polvere rossa dell’altopiano, crea un’atmosfera particolare.
Il consiglio è di arrivare la mattina presto o nel tardo pomeriggio, così eviterai la folla e potrai godere di una luce più morbida, perfetta per esaltare la gamma di aranci e rossi presenti nella ruggine.
Come raggiungere il Cimitero dei Treni di Uyuni
Il Cimitero dei Treni si trova a pochi chilometri a sud-ovest del centro di Uyuni, in una zona facilmente accessibile con un mezzo privato o un taxi.
Tuttavia, la soluzione più comune è inserirlo in un tour organizzato del Salar de Uyuni, poiché quasi tutti gli itinerari da uno a tre giorni includono questa sosta come introduzione al paesaggio surreale dell’altopiano.
Se vuoi muoverti autonomamente, devi sapere che la segnaletica è limitata e alcune strade sono solo sterrate. Affidarsi a una guida locale ti garantisce di non perderti e di conoscere in modo più approfondito il significato storico del luogo.
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Dal centro di Uyuni, ci vogliono circa 15 minuti di guida per raggiungere il “museo a cielo aperto” dei treni.
È un tragitto breve, ma che ti proietta in un’altra dimensione, dove la modernità si è fermata molti decenni fa. Alcune agenzie propongono persino visite notturne o all’alba, per chi ama immortalare il sito in orari meno convenzionali, quando la luce può cambiare radicalmente l’aspetto del panorama.
Suggerimenti per fotografare il Cimitero dei Treni
Se sei un appassionato di fotografia, il Cimitero dei Treni ti offre innumerevoli spunti creativi.
Un obiettivo grandangolare può aiutarti a catturare l’estensione del sito e la moltitudine di locomotive accatastate.
Se invece preferisci un effetto più drammatico, potresti puntare su un teleobiettivo o su scatti ravvicinati dei dettagli arrugginiti: bulloni corrosi, ingranaggi consumati, vetri rotti.
Sperimenta con angolazioni diverse, magari salendo su un vagone (a tuo rischio e pericolo) per uno scatto dall’alto che includa il deserto circostante e, in lontananza, l’immensa distesa bianca del Salar de Uyuni.
Ricorda che i giochi di ombre e luci all’alba e al tramonto valorizzano molto la texture della ruggine, regalando un’atmosfera decisamente cinematografica.
Cosa vedere e fare nei dintorni di Uyuni
Una volta archiviata la visita al Cimitero dei Treni, potresti voler scoprire altre mete emblematiche di questa regione.
La cittadina di Uyuni, pur essendo abbastanza semplice, rappresenta il punto di partenza per le escursioni alle lagune colorate (come la Laguna Colorada e la Laguna Hedionda), dove puoi ammirare i fenicotteri in scenari di forte impatto.
Il clou resta comunque il Salar de Uyuni, la distesa di sale più grande al mondo, che si trasforma in uno specchio infinito durante la stagione delle piogge e in un deserto candido durante la stagione secca.
Se cerchi informazioni dettagliate o vuoi un itinerario ben strutturato, puoi dare un’occhiata agli itinerari che propongo
La mia esperienza al tuo servizio
Per visitare il Cimitero dei treni, il Salar de Uyuni e la Bolivia puoi fare affidamento su di me: sono Roberto Furlani, esperto della Bolivia e dell’America latina, che ho ideato e realizzato il blog Viaggio-CentroSudAmerica.com, in cui ti trovi.
Grazie a più di 32 anni di attività nel Turismo e a oltre 120 programmi di viaggio in America latina (vedi oltre), di cui oltre 24 per la Bolivia, posso costruire itinerari personalizzati e sicuri per vivere appieno tutte le destinazioni del Paese.
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Scopri chi sono
Mi chiamo Roberto Furlani e lavoro con passione nel Turismo da oltre 32 anni, di cui 15 passati a dirigere l’Ufficio Turismo del WWF Italia (Fondo Mondiale per la Natura) e 12 come Tesoriere di AITR (Associazione Italiana Turismo Responsabile).
Grazie anche a questa ricca esperienza sono oggi Responsabile Prodotto e Tour operator per Evolution Travel (il Network che conta più di 600 consulenti di viaggio on line), per cui ho creato più di 120 programmi di viaggio, con cui potrai scoprire il Centro-Sud America!
Troverai tutta la mia storia nel “chi sono”; aggiungo solo che per 22 anni sono stato giornalista pubblicista delle pagine scientifiche del Corriere della Sera.
E’ stato così per me estremamente naturale dare vita al Travel Blog Viaggio Centro Sud America in cui ti trovi e creare più di 900 post e video che, spero, ti aiuteranno a conoscere e amare intensamente come me questa Regione del nostro Pianeta.
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